Roberto CAU - Recensioni
Vetrina di un artista isolano di MARTINO CASALINI
Quando sono andato a far visita al pittore Roberto Cau nella sua casa, era di pomeriggio, in un giorno caldo di settembre. Vedendo un suo trittico "Il grande pergolato", nel suo salotto, non ho potuto che condividere quanto scritto da A. Pace: "La sua natura non è aspra o inospitale, ma piena di pace e di solitudine festiva". Il grande amore di Cau è la natura e se la dipinge per averla giorno e note, in casa. Il "Pergolato" a cui accennavo prima, oppure "I Rampicanti" che è un altro dei suoi trittici, una persona li può esporre nel salotto, avendo l'impressione di starci in mezzo: di avere un giardino, una serra, a pochi metri dal divano e dal tavolinetto del salotto. Ha un gusto e un senso dello spazio, della luce e del verde, veramente affascinante, espressione di una libertà, di una genuinità e semplicità sentite dentro. Sotto il profilo artistico Cau si sente un eterno bambino. Gli alberi, la vegetazione, i campi, gli orizzonti lontani, sono i suoi soggetti preferiti. Sin da bambino che ancora adesso, più che il disegno gli interessa il colore. Gli piace "aprirsi una finestra" su un paesaggio che non può procurarsi realmente e, quindi, se lo sogna e se lo dipinge: anfore, pavimento rustico, prato, fiori, alberi. L'amore per il colore non è stato sempre esente da sofferenza, perché certi colori non solo ha dovuto cercarseli, ma anche crearseli, per realizzare sottofondi, tonalità ed effetti suoi propri. Per lui il colore è una questione sentimentale: il dipingere è per lui motivo di grande gioia e soddisfazione, qualsiasi cosa gli altri pensino dei suoi quadri. Ama nobilitare le piccole cose: ciò che è rustico e abbandonato o corroso dal tempo.