2022
Roberto CAU, è un politico, nella accezione propria del termine, cioè quella di interessarsi della vita pubblica, da cittadino, che espone le proprie idee, i propri ideali, evidenzia le criticità di un sistema sociale, denuncia abusi, si indigna per l’arroganza del potere. Occuparsi di politica, anche indirettamente, significa occuparsi dell’uomo nella sua dimensione sociale, di lavoro, salute, famiglia, ambiente, del popolo, delle genti. Di tutti noi. C’è chi lo fa attivamente impegnandosi nella vita pubblica, ricoprendo incarichi, partecipando, esponendosi, candidandosi, attraverso partiti, sindacati, associazioni. E chi, lavorando sodo e, in ottemperanza al dettato costituzionale, che fonda la nostra res pubblica, sul lavoro, un enunciato di principio, vuoto di contenuti, ma che Roberto CAU, ha preso alla lettera e partecipa attivamente contribuendo attraverso il prelievo fiscale operato dallo stato padrone, così da consentire e permettere agli altri, soprattutto quelli che hanno le spalle coperte e un lavoro sicuro, o a quelli che non avendo ne arte ne parte, di occuparsi attivamente di politica, talvolta in modo improprio, senza assolvere all’essenza del mandato, con etica, con coscienza, con onestà e soprattutto capacità.
Roberto CAU esprime il suo male di esistere, la sua denuncia sociale, le sue insofferenze, attraverso i disegni, i tratti di colore, le tavole espressive, con il mezzo che conosce meglio e che meglio lo rappresenta. E nella sua espressione pittorica politica, con la sua onestà intellettuale, invece di dividere, unisce. Così, le barriere ideologiche, false e bugiarde, miti di un tempo di divisioni quando il mondo era spaccato tra buoni e cattivi, democrazia e dittatura, destra e sinistra, fascisti e comunisti, nazionalsocialisti, democratici e liberali, cadono, e quelli che credevano di rappresentare una parte, si ritrovano dall’altra e viceversa. E quelli più intelligenti e meno integralisti e senza il paraocchi della faziosità, cercano invece di affrontare i problemi e discutere di contenuti, di sostanza, e se possono, si uniscono per risolvere un problema, invece di dividersi, per poi lasciare le cose inalterate. O far finta di agire, cambiare tutto per non cambiare nulla, nella sostanza, come il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. La denuncia, la partecipazione, l’afflato di ribellione, il vento della protesta, non ha colore, è libero, nella sua sana partecipazione emotiva, unisce in una stessa espressione di sdegno e di ribellione. Così, nelle tavole di Roberto CAU, al colore si unisce la parola, al disegno la poesia, e il grido di dolore si eleva, raggiunge vette di cristallina partecipazione alla vita, così emotivamente sentita, sofferta, vissuta. Domenico Cugusi