Gennaio 2021
Le tavole di Roberto Cau tra l'onirico e l'esistenziale
Le tavole di Roberto Cau sono segni di memoria,
passaggi del tempo cristallizato in un contesto sociale che urla al mondo la sofferenza esistenziale,
non dei pochi che sfilano nelle strade segnata dalla sua penna,
ma di tutti quelli che si sono succeduti nelle tracce lasciate nelle storie del mondo.
Dai suoi scarabei, reali, materici, possenti nella loro sacralità, sino alle esili figure trasparenti,
non perchè manchino di spessore quanto perchè consumate dalla fatica del vivere,
c'è uno sbalzo di tempo, un rientro in sé,
un'interiorità nascosta che ora viene alla luce, la sua ricerca di posizionarsi nel mondo,
tra dolori ed inganni, in cerca di una luce di speranza.
La sua pittura si evolve -e non sembri una contraddizione-
passando dal figurativo evocativo classicheggiante,
originali trittici evocanti una bucolica pace, al materico corposo con i suoi binomi,
le contaminazioni con altri pittori,
sino a raggiungere la spontaneità del segno unico e completo insieme,
la magia della semplicità del segno e del messaggio.
La sua pittura diventa interiore, intimista, una ricerca del suo Io verso la definizione di anima,
quella che ispira il pittore verso un segno,
un tocco di colore, bastanti, perchè il colto e il sensibile critico, possano definire l'arte.
La sua ricerca interiore si manifesta nelle sue tavole che determinano la nuova cifra pittorica dell'artista
che ha raggiunto la maturità pittorica bastandogli,
per esplicitare la sua arte, un tocco, un segno, che racconta più di qualunque abuso di colori.
In ultima analisi, si può definire il suo nuovo percorso,
una pittura essenziale, onirica esistenziale.
Domenico Gugusi