MAGGIO 2019
I TRITTICI DI ROBERTO CAU: UNA LUMINOSA E RIPOSANTE FINESTRA SUL MONDO, CAPACE DI RISTORARE L’ANIMA.
Il desiderio dell’uomo di rappresentare e tramandare
le sensazioni che provava, di esternare agli altri,
in particolare a quelli che sarebbero venuti dopo di
lui, le emozioni e le bellezze del creato, risale
agli inizi della sua vita sulla terra. L'arte
rupestre, che noi oggi possiamo osservare con tanta
curiosità e ammirazione in grotte ed anfratti dove
l'uomo primitivo si riparava, si è magicamente
conservata nel tempo, rivelandoci con le sue
meraviglie il grande desiderio di voler lasciare
una traccia di se ad uso e consumo delle
generazioni successive.
Questo
desiderio era certamente un bisogno interiore, una
voglia spesso irreprimibile: quella di voler
conservare il suo presente per poterlo trasmettere
ai posteri. Per questo disegnava sulle rocce uomini
che cacciavano, donne che danzavano, animali al
pascolo e paesaggi naturali incontaminati,
esprimendo visivamente i suoi sentimenti di gioia,
il piacere che provava, cercando in questo modo di
condividerlo con gli altri. Gli studiosi sono
convinti che le pitture e i graffiti realizzati
molte migliaia di anni fa avessero proprio questo
preciso scopo: tramandare ai posteri il suo mondo,
la sua vita, di generazione in generazione.
Su questa strada l’uomo ha continuato tempo per
tempo, perfezionando sempre di più il modo di
trasmettere le sue emozioni. Col passare dei secoli
e dei millenni Egli ha cercato di perfezionare
sempre di più le tecniche pittoriche, arricchendole
enormemente, arrivando ad offrire ai giorni nostri
opere realizzate in una miriade di forme espressive,
utilizzando i mezzi più svariati, mettendo su
diverse scuole di pensiero, inventando sempre nuovi
stili e innovative tecniche di realizzazione.
Ebbene,
amici, forse vi state chiedendo il motivo di questa
premessa e vi accontento subito! La premessa
introduce l'argomento di oggi: voglio parlare con
Voi di “TRITTICI”, di quella particolare forma
d’arte tanto in auge nel Medioevo. Nel trittico
l’opera, come è noto, è costituita da tre parti
(trittico, dal greco τρίπτυχον tri- "tre" + ptychē,
significa "piega") che, pur essendo nel complesso
un'opera pittorica (o anche scultorea) unica,
risulta costituita da tre parti che, legate insieme
da una cornice, costituiscono poi un unicum.
Questa forma d’arte, originariamente di matrice
religiosa, nacque come “decorazione d'altare", e la
sua struttura "richiudibile” era in funzione di
particolari esigenze; le due ante laterali, infatti,
incernierate a quella centrale, avevano lo scopo di
coprire la figura al centro del trittico quando era
in posizione chiusa. L’invenzione, legata
sicuramente ad esigenze liturgiche (e forse anche di
trasporto), aveva la funzione di "celare" l'immagine
principale, che veniva mostrata al pubblico solo in
determinate circostanze. Col passare del tempo il
trittico si diffuse anche in altri contesti, uscendo
dal campo religioso e diventando una semplice opera
d’arte realizzata in tre scomparti, non
necessariamente chiudibili.
I
trittici di cui voglio parlare specificatamente con
Voi oggi sono quelli realizzati, in un lungo arco di
tempo, dal caro amico Roberto Cau,
personaggio noto anche come ‘Editore artigianale
di libri pregiati’ con la sua Casa editrice
EPDO. Siamo in tanti ad aver utilizzato la sua
competenza e la sua bravura per realizzare le opere
di cui siamo stati autori! Roberto, infatti, uomo
eclettico e di multiforme ingegno, si è cimentato in
diverse forme d’arte, anche se, fin da bambino, due
in particolare sono state le sue "grandi passioni":
quella per la pittura, espressa nella particolare
forma d'arte del trittico, e la passione per lo
scarabeo, lo straordinario amuleto egizio, che ha
riprodotto in innumerevoli opere, realizzate in
un’infinità di materiali e forme.
L’amico
Roberto, se è pur vero che ha voluto cimentarsi in
diversissime attività per soddisfare il suo
incomprimibile bisogno di scoprire ogni forma
possibile d'arte, nonostante i numerosi impegni
assunti, non ha mai cercato di diminuire la sua
attenzione verso le sue due prime passioni: i
trittici e gli scarabei. Col passare del tempo ha
costantemente perfezionato le tecniche utilizzate,
passando dai luminosi e riposanti paesaggi
dell'ambiente che ci ciroconda, che nella nostra
terra sono innumerevoli, alle oniriche
rappresentazioni dello scarabeo, che Roberto ha
voluto mostrare in un'infinità di forme,
dedicandogli intere collezioni di opere, tra quadri,
dipinti, incisioni e quant’altro.
L’eclettismo di Roberto è a 360 gradi, spaziando
dalla pittura alla scultura, dallo scrivere allo
stampare, trovandosi sempre a suo agio nella
rappresentazione del mondo che lo circonda. Una
passione la sua diventata nel tempo "contagiosa",
avendo creato intorno a se un gruppo di "amici" con
i quali cercare di fare cultura, in una città,
Oristano, che possiamo definire, ricordando il
passato, come una "bella addormentata".
Nei suoi meravigliosi trittici, opere d'arte davvero straordinarie, Roberto, paesaggista figurativo, riesce a trasmettere in modo ecellente la sua solarità interiore che traspare dalla luce e dalla pace che i suoi quadri ispirano. Egli dipinge i suoi trittici con grande amore, illustrando le bellezze del creato, in particolare quelle poste intorno a lui, quelle ‘di casa’: dai prati alle colline, dalle marine agli ambienti rilassanti, che godono di viste meravigliose, praticamente uniche. Roberto ha un gusto e un senso dello spazio straordinari: Aladino unico e affascinante, che dalla sua lampada fa uscire, come in una magia, fiumi di luce e di colori, trasmettendo al mondo la sua profonda libertà di pensiero, la sua visione di persona solare e genuina, capace di aprire il suo Io agli altri senza nascondimenti o timori.
Nei suoi meravigliosi trittici, opere d'arte davvero straordinarie, Roberto, paesaggista figurativo, riesce a trasmettere in modo ecellente la sua solarità interiore che traspare dalla luce e dalla pace che i suoi quadri ispirano. Egli dipinge i suoi trittici con grande amore, illustrando le bellezze del creato, in particolare quelle poste intorno a lui, quelle ‘di casa’: dai prati alle colline, dalle marine agli ambienti rilassanti, che godono di viste meravigliose, praticamente uniche. Roberto ha un gusto e un senso dello spazio straordinari: Aladino unico e affascinante, che dalla sua lampada fa uscire, come in una magia, fiumi di luce e di colori, trasmettendo al mondo la sua profonda libertà di pensiero, la sua visione di persona solare e genuina, capace di aprire il suo Io agli altri senza nascondimenti o timori.
Ecco la sua risposta, a chi gli chiede il perché
dell’utilizzo del trittico nelle sue espressioni
pittoriche: "I trittici mi permettono di
creare grandi finestre, dalle quali posso vedere e
vivere visivamente quello che la mia anima desidera.
Posso così spaziare con libertà spirituale e
pittorica attraverso i miei giardini, con
particolari giochi prospettici e architettonici, con
grandi pergolati, alberi, fiori, campi, il mare e
gli orizzonti lontani, profondamente immersi nella
natura e nelle sue incantevoli bellezze.".
Amici, di recente Roberto ha realizzato un video (di cui allego il link) e che consiglio a Voi tutti di visionare; è una bella e lunga carrellata che riporta i suoi trittici più interessanti, che consente a chi li guarda di immergersi nel suo luminoso e riposante mondo artistico. È vero, il filmato non è proprio breve (dura circa 10 minuti), ma credo che valga la pena di vederlo!
https://www.youtube.com/watch?v=D1odnPaTH50&feature=share
Galleria dei
"Trittici Italiani" di ROBERTO CAU