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Roberta Ghinolfi è nata a Reggio Emilia nel 1937 da una famiglia di operai. A tredici anni, con i genitori, emigrò in Belgio. La sua passione da giovane era quella di diventare stilista, ma non potendo realizzare il sogno fece la commerciante insieme al marito. Rientrò in Sardegna con una bimba di nome Aida e in seguito ebbe due maschietti: Filippo e Vittorio.Ora è vedova e per “uccidere” la solitudine scrive racconti e poesie già da diversi anni.
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Il rientro da una vacanza, a dire il vero la loro prima vacanza dopo tanti sacrifici. Era una giovane coppia, lei 38 anni e lui 42. Laura giovane medico–chirurgo e lui Guglielmo un dirigente d'azienda farma-ceutica. Sognavano ed erano arrivati a fare il viaggio tanto sognato, una crociera nel Mediterraneo con scalo in tutte le isole greche ed a i maggiori porti con visita turistica; era il loro sogno.
Un viaggio pieno di speranza e Architettura
Racconto
Pag. 65 - Formato 14 x 21 - € 12,00
Mio figlio, l'anno scorso fece un viaggio premio scolastico, in Umbria, specificatamente visitò Gubbio. Mi raccontò di tutte le sue bellezze perché è un appassionato di architettura antica e nel suo racconto fece entusiasmare pure me, forse perché ha ereditato la mia passione. Dopo aver pensato e letto il libro di Gubbio che mi portò ne rimasi af-fascinata e avida di vedere di persona queste bellezze. Mi proposi, così, un itinerario con varie tappe; avrei fatto questo viaggio istrut-tivo in primavera partendo dalla mia terra acquisita, la Sardegna. Sarei partita in auto dato che mi piace guidare; dunque Cagliari Civitavecchia, un giro per Roma con visite alle sue meravigliose fontane e alcuni monumenti.
Il fattore Donati era alle dipendenze dei signori Peroni-Stora, una ricca famiglia proprietaria di diverse fattorie date a mezzadria, di cui, il vecchio Peroni, oramai ottantenne, non se ne occupava più. Il figlio, un ingegnere, non se ne inte-ressava perché non poteva trascurare la sua professione per accudire i singoli poderi; cosicché, ingaggiò un fattore per governare il tutto. Donati Italo e la sua famiglia presero possesso della casa co-lonica, quella più vicina alla villa dei Peroni-Stora. Una famiglia molto riser-vata, quella di Italo, la moglie e due figli. Uno era Stefano l'altra Laura, una ragazza agli studi che voleva diventare una maestra, mentre il ragazzo non aveva voglia di studiare perché a lui piacevano i motori.
Specchiandomi in un sogno
Vita vissuta
Pag. 95 - Formato 14x21 - € 14,00
Ho, da oltre vent'anni, un'amicizia con una persona molto cara, un'amicizia sincera, che non invade i suoi spazi privati. Per ragioni di lavoro e di hobby, ci siamo conosciuti, ma solo recentemente, oltre a suo marito e sua figlia, mi fece conoscere i suoi suoceri. Abitano al piano terra della sua casa. Già conoscevo il padre, la sorella e il fratello, ma, ora, ormai, conosco tutta la famiglia.Sono entrata in punta di piedi in quel nucleo familiare: gli ultimi conosciuti, la suocera con il marito, sono persone anziane, più di me, ma con l'attrazione di reciproca simpatia e rispetto. Quando mi capita di andarli a trovare sono ricevuta con molto calore; non avendo molto in comune, anche se le loro origini sono a due passi dalle mie, perché la reciproca conoscenza è troppo recente, abbiamo trovato la conversazione, sul passato, che mi auguro abbia qui trovato il giusto capitolo.
Le mie vacanze con Giuseppe
Vita vissuta
Pag. 55 - Formato 14x21 - € 12,00
Avevamo deciso, con il consiglio della dottoressa, di staccare la spina; un po' per la stanchezza generale, ma sopratutto, per vedere se Giuseppe si riprendeva dopo la tremenda influenza. Ci aveva colpiti tutti e due, anzi, in tre. Il peggiore, però, era mio marito. Ed eccoci in partenza per le vacanze. Era il 15 maggio, che salivamo nell'auto di nostro figlio Vittorio, diretti ad Elmas, l'aeroporto di Cagliari: destinazione Malpensa, dove a prenderci ci sarebbe stato qualcuno. In aeroporto andò tutto bene, solo, come d'abitudine, ci fu ritardo nella partenza e nell'arrivo. Ad incontrarci c'era Filippo, nostro figlio, e mia sorella Cesira. Da Malpensa a Condove, in Val di Susa, la facemmo in auto con Filippo. All'arrivo ci accolse Rino, il marito di mia sorella. Cenammo tutti insieme a casa di Paolo e Ornella, figlio di mia sorella, tra una chiacchiera e l'altra.
Il viaggio della vecchia Signora
Racconto
Pag. 60 - Formato 14x21 - € 12,00
Il treno correva veloce, come per la vecchia signora era stata la sua vita. Durante il viaggio e l'avvicinarsi della sua città natale, mille ricordi affioravano alla sua memoria. Era nata in quella città, però, poi, i suoi genitori, per ragioni di lavoro, erano andati a stabilirsi verso il nord, più precisamente in Canada. Vedendo quei campi e prati verdi, le affiorava il ricordo di una bella scampagnata che fece coi suoi, erano andati a trovare certi parenti nella bassa padana, verso il fiume Po. I parenti erano dei contadini, proprietari del loro fondo, e con i cugini lei si divertiva un mondo.
Il casale sulla collina
Racconto
Pag. 65 - Formato 14x21 - € 12,00
Di quel casale oramai diroccato e quasi un rudere rimaneva una veduta bellissima, una vallata con, in fondo, un tipo di boschetto; forse tanti anni prima era un punto di ristoro per i contadini quando lavoravano nei campi a fare i fieni o a mietere. L'abbandono del luogo l'ha reso quasi selvaggio, ma il casale conserva ancora tanti ricordi. Il proprietario aveva dei mezzadri che lavoravano in quella campagna, ma i giovani e la grande guerra avevano portato tutti verso la città, chi per lavoro chi per altro mestiere, avevano abbandonato tutto. Il proprietario era morto e i suoi eredi cercarono persone che volevano vivere in campagna, ma trovarono solo operai reduci di guerra che in attesa di un lavoro migliore accettarono, ma, man mano lasciarono la campagna. L'uscio del casale, col vento e la pioggia, sbatteva ed era semi distrutto, le finestre non avevano i vetri e dal tetto molte tegole vennero spazzate via. Cosicché, quando pioveva, entrava l'acqua che continuava a sgretolare i muri e il pavimento.