Quest’ultimo lavoro di Saverio Mannai lo si può definire un
raguardevole “saggio-poema”. Un interessante percorso descritto in rime
intrinseche fra analisi e riflessioni che ci permettono di poterne
scorgere sia la quasi totalmente sconosciuta realtà del sé umano nel
retro della sua maschera, e sia la non facile gnostica spirituale del
pensatore filosofo (così vorrei definire) Saverio Mannai. Un percorso
che ci fa riflettere su quel sé che è la vera istanza uomo: lo spirito,
e sul suo difficile cammino tra l’inquietante vertiginoso sviluppo
scientifico, sulla fragilità della nostra esistenza, sulla attuale
devastante condizione del pianeta terra.
È questo libro, certamente, un ammirevole messaggio che l’autore vuole
trasmettere ai suoi contemporanei, affinché ci si possa soffermare
valutando in modo più equilibrato, equanime e responsabile questo nostro
vivere, da poter così fermare, o quanto meno frenare, questo affannoso
viaggio nell’esistere. Mette in luce che, nonostante i “grandi miracoli”
delle scienza, della medicina, della tecnologia e dello sviluppo
materialistico e consumistico, l’ “abominevole” essere umano è
proiettato freneticamente e disordinatamente in un babelico quanto
insostenibile vortice verso valori di vita non più comprensibili,
sorreggendosi però con ammirevole speranza di poter approdare ancora ad
una società più umana.