Augusto Biselli

Pittore

Tra forma e colore, verso una continua e instancabile ricerca moderna, per allargare la ormai insostituibile operazione della pittura astratta, Augusto grande infaticabile e grande amatore della pittura, raccoglie ed elabora il pressante e ininterrotto messaggio dei nuovi e insostituibili tempi odierni per un'arte ancora "incompiuta".

ROBERTO CAU

Magia e colore nelle immagini

Il colore non è un fenomeno effimero. Il colore è un momento della nostra anima. Questo, Augusto Biselli lo sa e lo grida con forza. Se la nostra anima è sostanziata di luce, il colore è insieme il suo apparire allo sguardo e il suo trapassare dalla visione all'esistenza come res, il suo durare come eterna illuminazione e il suo chinarsi nostalgico e pietoso verso la cosa che non dura. Per questo l'oggetto si fa e si disfa in continuazione rivelando la sua forma come si rivela un segreto ed arretrando, insieme con discrezione e con umiltà, frantumandosi e ricomponendosi, fino a confessare che lasua vita è oltre. Altrove: negli occhi, nel cuore, nella mano e anche nella mente, che non è però rigore geometrico ma equilibrio, la voce del demone che sussurra sottile in tanto vigoroso turbinio, che tutto passa e sol ciò che rimane ha valore. E rimane il ricordo, la traccia, più importante e significativa dell'evento, rimane l'immagine, più umana e pietosa dell'idea, rimane il sogno, più vero e più carico di suggestione, meno ripetitivo e sempre nuovo, tanto più nuovo, della veglia; rimane, dopo tanto apparente clamore, il silenzio, un silenzio che non è inquietudine ma attesa, attesa consapevole del fatto che oltre l'oggetto, oltre l'evento c'è il colore e oltre il colore c'è la luce. La suggestione di tutte le esperienze più importanti della pittura italiana contemporanea è tecnicamente ed umanamente presente nell' opera dell'urbinate Augusto Biselli. Tornano in mente la composizione dell'immagine e lo studio del movimento dei futuristi, l'individuazione sapiente delle tonalità coloristiche di E. Vedova, la vita segreta che germina nei rossi, nei bruni, nei verdi e nei viola di Ennio Morlotti, l'astrazione essenziale di Morandi, il rigore coloristico e compositivo di Magnelli... Tutto questo fuso un una sintesi non ripetitiva ma capace di rivivere in maniera del tutto personale le diverse esperienze. In questa pittura l'oggetto è scomposto non nelle sue parti fisiche ma nella cadenza interiore del suo essere vero, che non è l'essere cosa, ma l'essere evento tra gli eventi, visione, razionalità, sentimento e, soprattutto, metarazionalità, antinomia incarnata di essere e non essere, vita collocata sempre "altrove". In essa l'interno e l'esterno non si distinguono: evento lirico e drammatico insieme, ognuno di essi è sempre aldiquà o aldilà, ma nelle cose come fatto reale, immobile, circoscritto. Non può una pittura di questo genere avere la valenza della fotografia; il segno vi è sicuro ma mai teso alla fissazione di un dato definito una volta per tutte, esso è piuttosto espressione di speranza e di attesa poiché di nulla possiamo essere certi, appunto, se non del nostro attendere e del nostro sperare e nulla vale la pena di amare se non questo.

Prof. Carmelino Pitzolu

Oristano e la Sartiglia

Sottratta al canone folkloristico, Biselli offre una Sartiglia inserita densamente in un contesto preciso culturale, storico e sociale grazie all'ausilio di immagini spezzate, organicamente distanziate; o di motivi policromi stilizzati antropomorfi, zoomorfi e geometrici, nei quali l'ordito tecnico è intrecciato da una trama di simboli tratti dall'articolata e nel contempo sostanziale etnografia sarda. E' fra tutti la maschera androgina - emblema del complesso rituale della Giostra cavalleresca - che riporta "Su Componidori" (el componedor spagnolo, l'artefice della gara) a uno stato di indifferenziazione primigenia. Una ricerca seria e avvincente quindi, approfondita e sintetica, in cui la superficie materica pulsante di luci meridiane, prorompe, screpolata dal tempo, negli scorci di Oristano.

Prof. Antonio Turnu