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Primi Passi
Poesie
Pag. 165 - Formato 14,8 x 21 - € 16,00
Alcune pagine del libro
Poesie
Pag. 165 - Formato 14,8 x 21 - € 16,00
Alcune pagine del libro
E' passato parecchio tempo da quando sono state composte le
poesie qui raccolte, erano gli anni 1942-1946.
Queste poesie sono state scritte con tanto amore su fo-glietti di carta
igienica e con cura rilegati con materiali di recupero da un uomo in
prigionia.
Un piccolo libro tenuto e conservato come una reliquia, come un
inseparabile compagno di vita ma soprattutto di conforto.
Oggi, quell’uomo, novanta-seienne, ci permette di leggere e vivere le
parole in esso racchiuse, rivelandoci parte della sua vita e delle
sofferenze vissute con paure, tremori e tanta forza, dopo ben circa
sessantacinque anni.
Un gesto d’amore verso se stesso e verso il mondo che, oggi, ancora lo
circonda.
L'Editore ROBERTO CAU
Giovanni si ritrova, dopo varie peripezie, nel fronte africano,
deportato prigioniero in Kenia. E’ in quel paese lontano che scrive i
versi intitolati Primi Passi. Essi sono il frutto di una sofferenza
vana, di una nostalgia profonda, di un sogno quasi irraggiungibile e di
una speranza a volte annullata. Ora, alla bella età di 94 anni, sorge in
questo eterno giovane novantaquattrenne, il desiderio di far
conoscere agli altri il frutto dei suoi pensieri, messi in scritto su
carta, che sarebbe dovuta essere utilizzata per fini molto meno nobili,
che la dolce arte della poesia. La persona umana ha avuto dal Creatore
un cervello, e con questo può volare lontano oltre i limiti della
propria fisicità. Giovanni, pur circondato da fili spinati o inferriate,
con la fantasia arriva a volare oltre le stelle e spaziare leggero oltre
la sofferenza. Ecco perché, il giovane soldato, arriva prima delle
lettere dalle persone care che non vede più da tanto tempo. Lui le vede
ansiose e piangenti aspettarlo. Sente la loro voce mentre parlano.
Percepisce il loro affaccendarsi, mentre lavorano nei campi con paziente
solerzia. E’ il miracolo della mente umana, è la forza espressiva della
poesia, è la potenza dell’arte. Questi versi sono stati custoditi
dall’autore come diamanti trovati nelle miniere africane. Potevano
essere soltanto lacrime ormai asciugate e perdute, invece sono perle di
pensiero celate agli occhi umani, che adesso vengono messe davanti al
sole per brillare di luce infinita.
Versi che sanno di dolori, che normalmente con le piccole gioie della
vita scompaiono, invece Giovanni le ha ritenute brace di fuoco intenso,
che ha saputo mettere sotto la cenere della sua lunga vita, e che ora
riavvia alla vita presente, per trasmetterle alle persone care, e a noi
che le leggiamo. Versi semplici, scritti da un’anima semplice, a gente
che in semplicità può accogliere i vari messaggi. In prigionia ha tempo
per pensare a tutti, i vicini che condividono le sofferenze, ed i
lontani che si ama. Nei momenti di solitudine sembrano tutti più vicini.
e tengono dolce compagnia. L’orticello paterno dei pomodori, stando nel
chiuso reticolato della prigionia, diviene un ricordo sereno e
nostalgico più che il giardino di Boboli. Tutto ha un sapore romantico e
bucolico, tutto è poetico, tutto diviene enfatizzato. Anche la fatica si
libera del travaglio e diviene un appagante giovamento. Vista con gli
occhi dell’oggi, pure la malattia sostenuta in prigionia, sembra sia
stata una nostalgica compagnia. Caro Giovanni, desidero incontrarti,
conoscerti, ascoltarti, sono sicuro che puoi arricchirmi. Se in un
passato ormai lontano eri capace di tanti e alti sentimenti, quanto più
adesso che sei sulla soglia di completare un secolo di vita, potrai
donarmi un po’ del tuo bagaglio vissuto. Sei uno da tenere caro e
stretto, come prezioso amico saggio. Beato chi ha potuto godere della
tua serena presenza. Fortunato colui che si è abbeverato della tua
filosofia di vita. Tuttavia mi sento già fortunato di aver avuto la
grazia di leggere i tuoi semplici e ricchi versi, per cui ti auguro di
vivere oltre i cento anni con buona salute e serenità di cuore. Auguro
anche ai lettori un proficuo interiorizzamento e arricchimento d’animo.
ELISEO LILLIU
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