Mostra personale retrospettiva di Augusto Biselli, dal 30 settembre al
12 ottobre, nello Spazio Cominacini ad Oristano. Quando nel 1965
quell’ingegno magnifico di Giorgio Luigi Pintus, una delle figure più
rappresentative del Novecento artistico arborense, allora preside del
Liceo Artistico di Cagliari, inaugura la «personale» nella sala della
Biblioteca Comunale di Oristano, Augusto Biselli è appena trentenne, ma
la sua esperienza è quella di un artista quasi maturo. Proviene
dall’Istituto di Belle Arti di Urbino e ha già al suo attivo la
partecipazione alla Biennale di Iglesias (1963) dove riscuote le lodi
del maestro Luigi Sassu, una collettiva a Ghilarza e una personale in
città nel 1964. Biselli si unisce a quel gruppo di pittori qualificati
esponenti dell’arte oristanese, guidato dal maestro Carlo Contini, che
nella pace del suo studio nei vicoli della vecchia Oristano, rievoca gli
splendori della civiltà dei Giudicati. Assieme a lui Antonio Corriga,
che alternando le sue fatiche artistiche all’attività politica di primo
piano, rivela al pubblico e alla critica le sue indubbie qualità
pittoriche, e sta per sbarcare a New York su invito di un noto
gallerista americano. Nel quartetto figurano anche i più giovani Giorgio
Farris, geniale incisore del legno e studioso delle ere storiche,
progenitrici del nostro mondo, e Franco Bussu che indirizza le sue
ricerche verso la realtà quotidiana e insieme mitica del paesaggio
dell’antica Ollolai. Il capoluogo della Barbagia dove egli è nato, con
tutte le espressioni frementi che animano il cuore e il volto dei
barbaricini. In questo contesto, vivace e pieno di passione artistica,
si immerge Augusto Biselli inserendosi felicemente in quella Oristano
anni Settanta che dopo i rumori della guerra e le ansie della dittatura,
si è risvegliata con entusiasmo e grande voglia di rinnovamento per
combattere la «santa battaglia» della Quarta Provincia. Con la sua
pittura calda e incisiva, piena di vivacità cromatica e di emozioni,
Augusto Biselli intensifica il suo attivismo, e dal 66 al 70 è a Torino
con una personale dove presenta una serie di monotipi, segno chiarissimo
di una svolta nella sua ricerca pittorica. Che gli vale la medaglia
d’oro e un diploma di merito. Le tappe successive sono contrassegnate da
nuovi successi, a Santa Margherita Ligure, Milano – palazzo Sormani,
seguite da alcune opere dedicate alle poesie del nuorese Sebastiano
Satta. Ma Oristano è diventata, ormai, il suo centro di vita, la sua
seconda patria, ed è nel capoluogo arborense che Biselli ha individuato
l’angolo artistico per eccellenza. Aprendo nel Corso Umberto, la via
Dritta degli oristanesi, nel vecchio palazzo Massidda, la Galleria
d’Arte «Il Cenacolo» che per lunghi anni sarà il centro propulsore della
vita artistica locale. E sarà in questo studio che Biselli vivrà con
grande impegno artistico il suo mondo pittorico, grazie anche alle
esperienze maturate alla scuola del Castello Sforzesco di Milano come
coordinatore di grafica pubblicitaria. Gli anni Novanta sono
contrassegnati, infine, da un ritorno nella nativa Urbino, con la
ripresentazione delle sue opere a Montefelcino-Fano e Pesaro.
Ma il suo cuore e la sua arte sono, ormai, diventati patrimonio di «casa
nostra». Di quella vecchia cara Oristano, «città dai tempi lunghi e
dalle lunghe attese», come raccontano i viaggiatori dell’Ottocento. Che
lo ha accolto come un figlio prediletto, premiandolo solennemente nella
manifestazione del ’96 «Arte in piazza» con un pubblico significativo
riconoscimento.
Beppe Meloni
CASA EDITRICE EPDO - In occasione dell'inaugurazione
della Mostra Retrospettiva, verrà conferito il particolare "ATTESTATO
CULTURALE EPDO" al Pittore AUGUSTO BISELLI.